In occasione del centenario della morte, la città natale rende omaggio a Gaetano Previati con una mostra organizzata dal Comune di Ferrara e dalla Fondazione Ferrara Arte. La rassegna presenta al pubblico un centinaio di opere, accostando olii, pastelli e disegni selezionati dal vasto fondo delle raccolte civiche ferraresi a un notevole nucleo concesso in prestito da collezioni pubbliche e private, con il corredo di importanti documenti inediti. L’esposizione intende mettere in luce il fondamentale ruolo dell’artista nel rinnovamento dell’arte italiana tra Ottocento e Novecento. Previati è considerato un erede della tradizione romantica, un interprete delle poetiche simboliste e, per la sensibilità visionaria e sperimentale della sua pittura divisionista, un anticipatore delle ricerche d’avanguardia futuriste. Tratto unificante di una personalità così complessa è la tensione verso il superamento dei tradizionali confini della pittura “da cavalletto”. Affascinato, per la sua formazione tardoromantica, dai grandi formati e dall’espressione dei sentimenti egli si misura con alcune delle sfide cruciali con cui gli artisti si confrontano agli albori della modernità. Rappresentare la luce, interpretare le suggestioni della musica, dipingere il ritmo e il dinamismo, dare forma agli stati d’animo, sollecitare le percezioni dell’osservatore sono le parole d’ordine della ricerca di Previati che ne fanno un anticipatore di alcuni percorsi dell’avanguardia del Novecento. Grazie al supporto di studi inediti, questa mostra rilegge quindi la sua parabola artistica facendo emergere alcuni degli aspetti più innovativi.
Ad aprire il percorso espositivo è un bozzetto del visionario dipinto Gli ostaggi di Crema del 1879, che vale a Previati, non ancora trentenne, la prima affermazione pubblica. All’interesse per i temi storici si affianca presto la fascinazione per i soggetti maudit, come testimoniano le Fumatrici di oppio o la Cleopatra. La svolta fondamentale coincide con l’adesione al divisionismo: a segnare questo passaggio è un’opera emblematica, Nel prato di Palazzo Pitti, il «primo tentativo della tecnica nuova della spezzatura del colore, una tecnica che dà l’impressione di una maggiore intensità di luce», come afferma lo stesso pittore. La suggestione visiva prodotta dalla radiazione solare è la chiave di opere celebri come Il Re Sole o La danza delle Ore (replicata su seta). Altro tratto qualificante dell’arte di Previati è, come la musica, la capacità di suscitare sentimenti astratti. Nel 1908 realizza per la casa del gallerista Alberto Grubicy i pannelli decorativi per una sala musicale, documentata in mostra da una fotografia. In Castello è proposto l’accostamento di due tele riconoscibili nella foto, il pannello Armonia o Sinfonia, generosamente concesso in prestito dal Vittoriale degli Italiani, e una versione di piccolo formato del Notturno. Grandi disegni, dipinti e materiali inediti documentano anche il progetto di trasferire in pittura le impressioni teatrali, intorno alla vicenda ferrarese di Ugo e Parisina, mettendo in luce un interesse sinora sottovalutato. Un’altra celebre storia d’amore, quella di Paolo e Francesca, sollecita a più riprese la fantasia di Previati, culminando nel capolavoro del 1909, una vera e propria pittura di “stati d’animo” che si espandono dinamicamente oltre i confini della tela: per questa ragione il dipinto è considerato una delle matrici del celebre trittico degli Stati d’animo di Umberto Boccioni. L’approccio innovativo dell’artista ferrarese investe anche i generi pittorici tradizionali, come testimonia la sezione dei dipinti a tema religioso. Quanto al paesaggio, Previati procede a spogliare la scena di dettagli per lasciare spazio alla gioiosa espressività del colore e della luce. Nel monumentale Colline liguri una distesa di prati cosparsi di gerani è, insieme alla volta celeste, l’assoluta protagonista di una visione che trasmette una sensazione di pienezza e immensità. Valorizzando le nuove possibilità offerte dall’industria editoriale, con le illustrazioni per i Racconti di Edgar Allan Poe e con quelle per I promessi sposi manzoniani, sperimenta un nuovo codice di illustrazione che mette in scena le atmosfere psicologiche e gli stati d’animo dei protagonisti del testo letterario. Con il ciclo delle Vie del commercio (1914-16) per la Camera di Commercio di Milano il cerchio si chiude: le tematiche della modernità al centro della poetica di Marinetti e Boccioni offrono nuove possibilità alla pittura dell’anziano maestro. Uno dei grandi pannelli decorativi del ciclo, La ferrovia del Pacifico, è eccezionalmente esposto in mostra, corredato di disegni. Si tratta di una delle prove più affascinanti della tarda maturità, con cui Previati dà prova di sapersi muovere oltre il recinto dei temi tradizionali per cimentarsi con l’immaginario tecnologico e “globale”