Catalogo della mostra (Pordenone, Galleria d’Arte Moderna/Parco Galvani, Museo Civico d’Arte, 25 ottobre 2019 – 2 febbraio 2020), a cura di Caterina Furlan e Vittorio Sgarbi.
Giovanni Antonio de’ Sacchis, detto il Pordenone (1583/84-1539), è stato non solo il maggior artista friulano del Rinascimento, ma anche – in assoluto – uno dei più importanti “frescanti” italiani della prima metà Cinquecento.
Pubblicato a corredo della mostra dedicata al Pordenone nella sua città, il volume si è posto l’ambizioso obiettivo di far dialogare le sue opere, scelte tra le più significative o non esposte prima, con quelle di altri “grandi” del suo tempo: da Giorgione, Tiziano e Lotto a Romanino, Savoldo e Correggio. Inoltre vuole mettere in evidenza da un lato il ruolo svolto da Giovanni Antonio nella precoce introduzione in ambito veneto di stilemi tosco-romani, dall’altro l’influsso esercitato, oltre che nella propria terra d’origine (dove, dopo la sua morte, s’impone il genero e allievo Pomponio Amalteo), su artisti veneziani della più giovane generazione, come Giulio Licinio, Tintoretto, Bassano e Demio. Senza dimenticare che, secondo Vasari (1568), avrebbe insegnato “il buon modo di dipingere ai Cremonesi”.
Il catalogo, che presenta un’ampia selezione di opere del Pordenone e degli altri protagonisti del Rinascimento, oltre a un corpus di disegni autografi del maestro e ad alcune antiche stampe, rappresenta un strumento conoscitivo importante per riscoprire le espressioni artistiche, le composizioni letterarie e la storia della città e dei suoi protagonisti in un’epoca di grande fermento culturale.
Preceduto dall’introduzione e dal saggio di Caterina Furlan (Il percorso del Pordenone da “magister” a “eximius pictor”), il volume è corredato dei contributi critici di Vittorio Sgarbi (Pordenon e la bona maniera), Marco Tanzi (Earthquake in Padanìa), Michel Hochmann (Il Pordenone e Roma), Maria Agnese Chiari Moretto Wiel (San Martino e San Cristoforo: l’armadio degli argenti nella chiesa di San Rocco a Venezia), David Ekserdjian (Pordenone disegnatore) ed Elisabetta Francescutti (Materiali e tecnica esecutiva dei dipinti su supporto mobile del Pordenone); seguono le schede delle opere in mostra e di quelle in situ.
Fra le opere esposte in mostra, la Madonna col Bambino tra i santi Giorgio e Cristoforo, nota come Pala Manfron, di Paris Bordon. La tela, oggi conservata all’Accademia Tadini di Lovere, fu realizzata per la chiesa di Sant’Agostino a Crema attorno al 1525-27.