Storici dell’arte in libreria (23)

Sabato 30 aprile 2022 alle ore 17.00, nella prestigiosa sede delle scuderie di Palazzo Terni de’ Gregorj (via Dante Alighieri, 20 – Crema), si terrà il ventitreesimo appuntamento della rassegna ‘Storici dell’arte in libreria’, organizzata dalla Libreria Cremasca.

Ospiti saranno Marco Albertario (direttore dell’Accademia Tadini di Lovere) e Barbara Maria Savy (Università degli Studi di Padova) curatori del volume Il giovane Paris / Il giovane Longhi. La pala Manfron dell’Accademia Tadini tra storia, critica, restauro, (Quaderni dell’Accademia Tadini, 5), Scalpendi Editore, Milano 2021.

In epoca napoleonica, a seguito delle soppressioni di conventi e monasteri e a causa dell’essenza di un museo civico, molte opere d’arte presenti a Crema finirono in altre città. Fra queste la più bella è probabilmente la Madonna con il Bambino, san Cristoforo e san Giorgio – la cosiddetta Pala Manfron – dipinta da Paris Bordon (Treviso, 1500 – Venezia 1571) per la chiesa di Sant’Agostino attorno al 1526-27. A questo dipinto, oggi conservato a Lovere nella Galleria dell’Accademia di Belle Arti Tadini, è dedicato il quinto numero dei Quaderni dell’Accademia Tadini.

Il volume nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Tadini, l’Università degli Studi di Padova e la Fondazione Roberto Longhi di Firenze, con l’obiettivo di valorizzare e divulgare i risultati delle ricerche condotte da validi studiosi nonché dei restauri compiuti sulla pala.

In particolare, Barbara Maria Savy nel suo intervento ha ricostruito con nuovi elementi il contesto storico e le circostanze di committenza della pala, stringendone la lettura quale omaggio postumo alla memoria di Giulio Manfron, il giovane condottiero scomparso il 16 agosto 1526 durante l’assedio di Cremona e che le fonti attestano effigiato sotto le spoglie di san Giorgio. In questo senso, la collocazione nella cappella costruita dal podestà veneziano nella chiesa di Sant’Agostino trova piena giustificazione alla luce delle strategie di “dominazione simbolica” in terraferma. La datazione al 1526-1527 è inoltre sostenuta dalla studiosa a partire da una più ampia considerazione dell’attività giovanile di Paris Bordon, ripercorrendo la vicenda critica del problema e indagando, attraverso attenti confronti tra le opere, il capitolo della formazione e lo sviluppo del linguaggio dell’artista, costantemente aggiornato sugli esempi di Tiziano, con recuperi neo-giorgioneschi, ma via via aperto anche ad altri influssi: da Palma il Vecchio, a Girolamo Savoldo a Lorenzo Lotto.

Nel libro troviamo inoltre indagato il contributo di Gustavo Frizzoni, conoscitore e scrittore d’arte, nonché figura di spicco nella cultura del collezionismo, e trascritti per la prima volta gli appunti di un Roberto Longhi ancor giovane, ma che già aveva aderito con geniale acutezza all’estetica di Croce e alle concezioni critiche di Bernard Berenson.

Frizzoni venne chiamato nel 1901 a riallestire alcune sale dell’Accademia, e nel 1903 dette alle stampe quella che fu la prima guida moderna della raccolta: con quella guida, il 27 agosto 1913 Longhi percorse le sale del Tadini, appuntando le sue note e le sue osservazioni con il riferimento di numerazione alla catalogazione Frizzoni. Fu in quell’occasione che vergò sul suo taccuino: «Bordone. Il più bello che esista. Vero Giorgionismo».

Marco Albertario, dottore di ricerca in Storia dell’Arte, ha lavorato presso i Musei Civici di Pavia, i Musei Civici di Novara ed è dal 2005 Conservatore e dal 2015 Direttore della Galleria dell’Accademia Tadini di Lovere. I suoi interessi comprendono la produzione figurativa in età sforzesca, la scultura in legno, la storia del collezionismo. Per l’Accademia Tadini ha seguito le ricerche e il restauro relativi alla Stele Tadini di Antonio Canova, lo studio e il riallestimento della collezione di porcellane, il recupero della Biblioteca storica, il restauro della Madonna con il Bambino di Jacopo Bellini e della sala che la accoglie, il restauro della Pala Manfron di Paris Bordon.

Barbara Maria Savy, professore associato in Storia dell’Arte Moderna presso il Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova, è studiosa di pittura veneta e padana del Cinquecento. Si ricordano, particolarmente, le monografie dedicate all’attività di Romanino e Moretto per le confraternite bresciane del Corpo di Cristo (2006, 2013) e per la decorazione degli organi (2015); vari articoli su rivista e saggi in volume, su Giovanni Bonconsiglio (2000), Dosso Dossi (2007), Giovanni Battista Moroni (2009), Paolo Veronese (2011), Palma il Vecchio (2013), Girolamo Dal Santo (2013), Romanino (2016), Giuseppe Porta Salviati (2016). Sugli stessi temi ha partecipato a vari convegni di carattere nazionale e internazionale. Ha collaborato alla catalogazione scientifica di alcuni importanti musei (Pinacoteca Malaspina di Pavia; Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia; Museo di Castelvecchio di Verona) e a numerose mostre, per alcune delle quali è stata membro del comitato scientifico, curatrice di sezione e autrice di saggi e schede per il catalogo, sino alle più recenti sull’Orlando Furioso (Ferrara, 2016), su Tiziano e la pittura del Cinquecento tra Venezia e Brescia (Brescia, 2018) e sul giovane Tintoretto (2017).

Clicca qui per leggere l’intervista realizzata da “Il Nuovo Torrazzo”.

MODALITÀ DI ACCESSO

Ingresso libero fino a esaurimento dei 64 posti.

Nel rispetto delle normative anti Covid-19, per accedere alla sala conferenze è necessario esibire il certificato vaccinale (‘super green pass’) e indossare la mascherina FFP2 per tutta la durata dell’evento.