Fino al 15 marzo alla GAM (Galleria d’Arte Moderna) situata nella Villa Reale di Milano è possibile visitare la mostra Canova. I volti ideali, curata da Omar Cucciniello e Paola Zatti.
Negli ultimi dodici anni di attività, quando è lo scultore più famoso e più richiesto d’Europa, Antonio Canova (1757-1822) si dedica a una serie di effigi femminili. A queste, che lui stesso chiamò “teste ideali”, è dedicata l’esposizione che presenta trentasette opere di cui ventiquattro di Canova.
Per il visitatore cremasco la mostra è di particolare interesse perché offre la possibilità di ammirare il busto di Corinna oggi appartenente alla collezione della Banca d’Italia ospitata in Palazzo Koch a Roma. La scultura fu acquistata a Roma nel 1819 dal conte Girolamo Vimercati Sanseverino (1772-1854). Il nobiluomo cremasco era talmente orgoglioso dell’opera da scegliere di farsi ritrarre con essa in un dipinto oggi appartenente alla Fondazione Benefattori Cremaschi ONLUS conservato nell’Ospedale geriatrico di via Kennedy. La tela, opera del pittore Gioacchino Manzoni, raffigura il conte con l’abito delle autorità municipali (fu podestà di Crema dal 1822 al 1828) mentre indica la statua posta alle sue spalle. A seguito della dispersione delle collezioni Vimercati Sanseverino, l’opera tornò a Roma dove è tuttora conservata.
Non si trattava dell’unica opera di Antonio Canova che sia stata presente a Crema, infatti in Palazzo Toffetti Schiavini Crivelli si trovava una Tersicore, probabilmente da identificare con quella oggi appartenente alla collezione della Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo (PR). La statua, già dei Sommariva, era stata acquisita all’asta dal cremasco Camillo Schiavini nel 1839.
Infine non va dimenticato il rapporto di amicizia che legava lo scultore al cremasco Faustino Gherardo Tadini (1774-1799), autore della prima biografia dell’artista (Le sculture e le pitture di Antonio Canova pubblicate fino a quest’anno 1795, Venezia 1796). A seguito della prematura scomparsa del giovane, Antonio Canova realizzerà il suo monumento funebre ancora oggi conservato nella cappella situata nel cortile dell’Accademia Tadini a Lovere (BG).