Crema veneziana. Momenti di vita, di storia e di arte, catalogo della mostra (Crema, 7 dicembre 2019 – 26 gennaio 2020), Fondazione San Domenico, Crema 2019.
Crema un’isola veneziana in terra lombarda. Il territorio cremasco ha fatto parte della Repubblica Veneta per 350 anni, dal 1449 al 1797.
Crema era una piazzaforte che dominava una piccola isola di terraferma completamente circondata dal territorio del Ducato di Milano.
Nella mostra “Crema Veneziana” gli organizzatori raccontano storie, rappresentano suggestioni che nascono dalla riscoperta delle radici e delle tradizioni cremasche.
Vengono così rappresentate immagini di vita, di cultura e di arte della città in quegli anni.
È stato elaborato e prodotto anche un testo che, nato come catalogo d’arte, è cresciuto come un libro autonomo di storie e di immagini inedite o, comunque, appartenenti a collezioni private.
La mostra e il testo illustrano le influenze venete che hanno condizionato la storia locale e ne espongono i documenti più significativi.
Nella parte della “quadreria” vengono proposte opere dei più importanti pittori cremaschi dell’epoca e alcuni quadri di pittori delle zone limitrofe o di provenienza veneziana.
E’ possibile verficare come il gusto veneto ha sì influenzato i pittori locali, ma l’impronta lombarda è stata tenace e scalzata solo nella seconda metà del ‘700.
Un connubio straordinario illustrato dalle opere di Vincenzo Civerchio, Aurelio Buso, Carlo Urbino, Callisto Piazza, Barbelli, Picenardi e Giovan Battista Lucini, straordinario e immeritatamente sconosciuto pittore che meglio esprime il meticciato di una provincia periferica viva.
I dipinti scelti hanno la caratteristica di essere pressoché sconosciuti, perché custoditi in istituzioni o in collezioni private non aperte al pubblico.
Terminata l’esposizione ritorneranno nelle loro sedi e sulla loro bellezza, che riflette il valore della vita di coloro che li hanno creati, calerà un sonnacchioso oblio.
Nella galleria Arteatro
Crema “Bella fortezza per essere ben situata”
(Rettore veneto della città, 1562)
Crema ed il suo territorio hanno fatto parte della Repubblica Veneta dal 1449 sino al trattato di Campoformio del 1797 (3 secoli e mezzo). Il territorio era una piazzaforte che dominava una piccola isola completamente circondata dal territorio del Ducato di Milano.
Nella mostra raccontiamo le storie, rappresentiamo le suggestioni che nascono dalla riscoperta delle radici e delle tradizione cremasche. Proponiamo immagini di vita, di cultura e di arte della città in quegli anni.
Gli studenti dell’IIS Galei presenteranno i prodotti multimediali dei loro studi sulle mura venete e la ricostruzione con stampante 3D del sigillo di Luigi XII di Francia.
Gli artisti nella Sala Bottesini
Lucini è il più meticcio di tutti i pittori cremaschi, ha digerito e interiorizzato la pittura lombarda, veneta ed emiliana ma ha aggiunto del suo dando forma ad un corpus di opere di altissimo livello.
Il più noto Barbelli è presente con due opere importanti: la prima è il bozzetto dell’Adorazione dei Magi affrescata alle Grazie, la seconda un S. Sebastiano pala per un altare privato, in cui si suppone sia presente l’autoritratto e il ritratto della moglie e del figlio.
Picenardi, l’unico autore squisitamente veneto che opera alla fine del dominio della serenissima, vi stupirà per la morbidezza solo apparente della sua pittura Nella mostra sono accostate un’opera della sua prima maniera con una dell’ultima il che permette di evidenziare la sua evoluzione.
Callisto Piazza, un autore lodigiano molto attivo anche da noi ed esposto nei più importanti musei del mondo, arricchisce la mostra con un quadro profano.
Accanto a loro Vincenzo Civerchio, Carlo Urbino, Aurelio Buso e Gianbattista Cignaroli.