A. Salvagno, Giovanni Bottesini. Il Paganini del Contrabbasso. La vita attraverso le lettere, LIM, Lucca 2021.
Giovanni Bottesini (Crema, 1821 – Parma, 1889), ossia il Paganini del contrabbasso, come fu soprannominato nell’arco di tutta la sua vita per le strabilianti qualità con cui faceva cantare il suo contrabbasso, incarnò lo spirito romantico e un po’ ribelle dell’Italia pre e post-unitaria, con una vita avventurosa che lo vide mattatore e protagonista indiscusso sui più importanti palcoscenici teatrali di tutto il mondo. Musicista poliedrico, compositore e impareggiabile virtuoso, fece letteralmente impazzire le folle dei teatri di mezzo mondo con esibizioni e interpretazioni fuori dal comune. Una vita da nomade che lo vide pioniere dapprima in America, Cuba e Messico, paesi dove tuttora è riverito e conosciuto, poi Egitto, Inghilterra, Scandinavia, Spagna, Germania, Francia e Sudamerica. La sua popolarità, in costante crescendo nell’arco di tutta la sua vita, raggiunse il suo apice con la direzione della prima rappresentazione dell’Aida di Verdi al Cairo nel 1871. L’amicizia con Verdi stesso, con Rossini, e con le massime personalità del mondo musicale dell’epoca, ne fecero un assoluto protagonista del panorama musicale internazionale.
L’autore, con una lucida e precisa narrazione, ripercorre la sua vita artistica e privata attraverso molti documenti, alcuni mai pubblicati finora. Dallo spoglio di alcune migliaia di articoli di giornale e dall’appassionante lettura del suo corposo epistolario, composto da molte lettere inedite, emerge l’artista funambolico, il fuoriclasse, ma anche l’uomo fragile, pieno di dubbi, amante del gioco e del buon vino, con un impellente bisogno di guadagno per compensare le ingenti spese cui andava spesso incontro.
Un libro da leggere tutto d’un fiato che saprà appassionare il lettore che, pagina dopo pagina, avrà sempre più la coinvolgente sensazione di vivere a fianco di Bottesini e di essere uno degli spettatori che ebbero la fortuna e il privilegio di ascoltarlo e di applaudirlo.
Aldo Salvagno (Salerno, 1970), direttore d’orchestra, si è diplomato in composizione al Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna nel 1995 e laureato con il massimo dei voti in Storia della Musica al DAMS sempre a Bologna nel 1996. Dal 1994 a oggi ha diretto tutto il grande repertorio operistico da Gluck a Puccini lavorando in Italia, Giappone, Russia, Svizzera, Germania, Stati Uniti, Cina, Spagna, Francia e, dal 2003 al 2009, in Australia. Tra le sue produzioni si ricordano: Orfeo ed Euridice di Gluck (35° Festival della Valle d’Itria di Martina Franca, 2009); Ero e Leandro di Bottesini in prima esecuzione in tempi moderni (Crema, CD, DVD, Dynamic, 2009); Madama Butterfly (Melbourne Opera, 2004; Adelaide 2006); Turandot (Adelaide, State Opera of South Australia, 2008), La fanciulla del West (Perth, West Australian Opera, 2009), Madama Butterfly (Pesaro, Teatro Rossini, 2014). Nel 2016 ha curato per Casa Ricordi l’edizione de La secchia rapita di Jules Burgmein dirette in prima esecuzione all’Auditorium Verdi di Milano e l’edizione di Giulietta e Romeo di Zingarelli per il teatro di Heidelberg in Germania. Nel 2019 ha diretto un concerto con elementi dell’Opéra Bastille e coro di Radio-France. Nel 2016 ha pubblicato per la Società Storica Cremasca, La vita e l’opera di Stefano Pavesi (LIM, Lucca), prima monografia sul compositore cremasco. Nel 2020 ha curato per l’Enciclopedia Treccani la voce “Maria Zamboni”.