Patrizia De Capua, Quanti filosofi. Circumnavigando Helgoland, Farina Editore, Milano 2021.
Lo scritto di Patrizia de Capua appartiene a una specie drammaticamente in via di estinzione: si tratta di un libro che fa venire voglia di leggere un altro libro – cui costantemente si richiama – e che, nel farlo, costeggia le dorsali di un continente perduto, entro il quale filosofia e scienza erano ancora sorelle, figlie predilette di stupore e curiosità. Patrizia de Capua circumnaviga Helgoland, fortunato volume del fisico Carlo Rovelli, ma, con un gesto che splende di sapienza antica, dialoga con il testo, senza alcuna presunzione veritativa, lasciandone respirare le pagine, attraversandole con leggiadria e, a ogni riga, spalancando mondi.
Il confronto con la fisica contemporanea diventa – così – un viaggio emozionante, ricco di continui stimoli, entro il quale l’Autrice attraversa l’intera tradizione filosofica con la grazia ineffabile di una dama del Rinascimento, per farla dialogare con le vertigini più estreme dell’universo quantistico, da Heinsenberg ad Einstein; in questo modo si scopre che, alla fine di un percorso di piena autonomia, la fisica ritrova l’intuizione autenticamente filosofica, ovvero la sua capacità esemplare di attraversare l’assurdo con piglio indomito, il suo sapere di non sapere, la sua magistrale tolleranza nei confronti dell’inatteso, il suo inseguire l’indeterminato per pura curiosità. Certo, non si tratta di competenze messe in gioco dalla tradizione filosofica nella sua interezza: per questo motivo la nostra autrice sceglie, con indiscutibile ironia, recuperando lezioni magistrali persino fra le carte meno note – e meno rassicuranti – di Hegel; ce le offre con sapienza estetica, con un tocco leggero, che mai stona e annoia, tanto raro in tempi nevrotici come i nostri.
Questo libro di filosofia non è un manuale, né una dispensa, è viceversa un cantiere aperto che il lettore può visitare, imparando sentieri mai visti, strade panoramiche, intermezzi semiseri nei quali respirare a pieni polmoni. Il tutto in una cornice di rara eleganza. Chi ha già letto Rovelli troverà conferme e fotografie di isole nuove, tutte da visitare. Chi non l’abbia ancora letto sarà indubbiamente motivato a farlo, innescando una sana circolarità fra saggi e classici che sembrava irrimediabilmente perduta.
Patrizia De Capua, laureata in filosofia all’Università degli Studi di Milano (1973, relatore prof. Franco Fergnani) e specializzata presso il corso diretto dal prof. Ludovico Geymonat, ha collaborato per tre anni con il prof. Emilio Agazzi, titolare della cattedra di Filosofia della Storia. È stata insegnante di Filosofia e Pedagogia presso il Liceo “Alessandro Racchetti di Crema, collabora con associazioni culturali come il Centro Studi Giovanni Vailati. Ha scritto alcuni Quaderni del Caffé filosofico e ha curato la realizzazione di testi di carattere filosofico per il Centro Eda (Educazione degli Adulti) di Crema. Per la rivista rivista “Insula Fulcheria” si è occupata della pedagogia di Giovanni Vailati e dell’opera filosofica di don Agostino Cantoni.