Sabato 15 febbraio 2020 alle ore 16,30 nella sala rossa del Palazzo Vescovile (piazza Duomo, 27 – 26013 Crema) torna Storici dell’arte in Palazzo Vescovile organizzata dalla Libreria Cremasca in collaborazione con la Diocesi di Crema.
Il quindicesimo appuntamento della rassegna vedrà come ospiti il professor Cristiano Giometti (Università degli Studi di Firenze) e la professoressa Loredana Lorizzo (Università degli Studi di Salerno) autori del volume Per diletto e per profitto. I Rondinini. Le arti e l’Europa, Officina libraria, Milano 2019.
Tutti conoscono la Pietà Rondanini di Michelangelo, oggi esposta nei musei del Castello Sforzesco di Milano. Meno noto è che il nome corretto è Rondinini (con la ‘i’), mentre il nome comunemente in uso (con la ‘a’) è frutto di un errore di trascrizione. Ancora meno conosciuto è il fatto che la celebre scultura per alcuni decenni sia appartenuta alla famiglia cremasca dei Vimercati Sanseverino. Questi infatti nel 1904 acquistarono il palazzo in via del Corso a Roma in cui era conservata e poi nel 1952 la vendettero al Comune di Milano.
Come si formarono le favolose collezioni d’arte dei Rondinini, lo svelano le accurate ricerche pubblicate nel volume. Fra i pezzi più celebri, oltre al marmo michelangiolesco, si possono ricordare le statue di epoca romana del Fauno (ora al British Museum di Londra) e della Medusa (ora alla Glyptothek di Monaco di Baviera). Quest’ultima è oggi celebre per essere il simbolo della maison di moda Versace. La raccolta di marmi antichi nel Settecento era famosa in tutta Europa e suscitava l’interesse di letterati e studiosi del calibro di Goethe e Winckelmann. La collezione annoverava anche molte altre opere di artisti del Cinque-Settecento tra cui Correggio, Giulio Romano, Polidoro da Caravaggio, Cavalier d’Arpino, Ludovico Carracci, Gian Lorenzo Bernini, Alessandro Algardi, François du Quesnoy, Orazio Gentileschi, Giovanni Lanfranco, Domenichino, Pietro da Cortona, Paul Bril, Andrea Pozzo, Rosalba Carriera…
L’iniziatore delle raccolte fu Natale Rondinini seniore (1540-1627) che dalla natia Faenza si trasferì a Roma. Il figlio Alessandro seniore sposò Felice Zacchia, figlia del cardinale Laudivio. Fu lei, alla morte prematura del marito nel 1639, a reggere le sorti della famiglia, a incrementare le collezioni d’arte e a impedirne la dispersione grazie allo strumento giuridico del fidecommesso. Le raccolte furono ampliate dai successori Nicolò (1623-1670), Alessandro juniore (1660-1740) e Giuseppe (1725-1801) che morì senza eredi. Il patrimonio artistico finì quindi diviso fra le famiglie Capranica, Zacchia, Origo e Del Bufalo.
Il primo palazzo dei Rondinini a Roma fu quello detto al Pozzo delle Cornacchie in via Campo Marzio. A questo si aggiunse presto una villa a Termini e altre a Tivoli e Albano. Nel 1744 la marchesa Margherita Ambra, seconda moglie di Alessandro juniore, acquistò il palazzo di via del Corso, tuttora esistente, trasferendovi la residenza e le collezioni di famiglia.
Intervista realizzata da “Il Nuovo Torrazzo”: https://ilnuovotorrazzo.it/2020/02/14/crema-storici-dellarte-palazzo-vescovile-domani-appuntamento-alle-16-30/
Ingresso libero.
APPUNTAMENTI SUCCESSIVI
Sabato 14 marzo 2020, ore 16,30
R. Poltronieri, Il Malosso e la sua bottega, Scalpendi Editore, Milano 2019.
Interverrà: Raffaella Poltronieri